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ComunicazioniPubblicato il 3 maggio 2024

La capacità di difesa dell’Esercito svizzero durante la Guerra fredda

L’enfasi posta oggi dall'Esercito svizzero sulla capacità di difesa non è nulla di nuovo. Già nel 1961 l’Organizzazione delle truppe 61 (OT 61) la poneva come obiettivo primario. L’effettivo dell’esercito contava allora 880 000 unità, contro le 147 000 attuali. Anche il numero di carri armati, aerei ecc. era più alto nel suo insieme. La Guerra fredda tra Patto di Varsavia e NATO motivava l’urgenza dell’OT 61.

Ausschnitt Wehrhafte Schweiz

Testo: Comunicazione Difesa, Christian Bärtschi
Foto: VBS/DDPS, Christian Bärtschi
Video: VBS/DDPS

Già negli anni ‘60 del secolo scorso la capacità di difesa era l'obiettivo principale dell’esercito. Al tempo la sfera militare godeva di maggiore sostegno da parte della politica e della popolazione. Lo attestano le cifre relative al numero di soldati e alla quantità di materiale militare: nel 1961 l’effettivo reale dell’esercito ammontava a 880 000 soldati. Il dato è ancora più significativo se si considera che allora la popolazione svizzera contava poco meno di 5,4 milioni di persone, mentre oggi sono 8,9 milioni (dato del 2° trimestre 2023). Conti alla mano, l’esercito corrispondeva nel 1961 circa al 16 per cento della popolazione, mentre adesso è poco più dell’1,6 per cento. Anche i volumi relativi all’equipaggiamento erano molto maggiori. Nel 1962, per esempio, l’Esercito svizzero disponeva di 650 carri armati e 280 aerei da combattimento. Oggi sono in servizio 134 carri armati e 55 aerei da combattimento.

Il clima di tensione negli anni Sessanta

Dal 1946 il Patto di Varsavia (sotto la leadership dell’URSS) e la NATO (sotto la leadership degli USA) si contrapponevano nella Guerra fredda. Entrambi i blocchi disponevano di armi nucleari e quindi un attacco atomico da parte di uno schieramento avrebbe probabilmente provocato un contrattacco identico. Questa consapevolezza aveva contribuito all’instaurarsi di un clima di deterrenza atomica. Si giunse sull’orlo di una guerra nell’ottobre del 1962, quando l’Unione Sovietica dispiegò segretamente a Cuba truppe e armi atomiche. Fu tuttavia raggiunto un accordo pacifico: l’URSS avrebbe ritirato le proprie armi nucleari da Cuba e gli USA avrebbero fatto altrettanto in Turchia. Gli USA si impegnarono inoltre a non invadere Cuba.

In quale clima è stata approvata l’Organizzazione delle truppe del 1961?

Negli anni '50 l’orientamento dell’esercito era un tema dibattuto: un gruppo caldeggiava una difesa di posizione basata su postazioni fisse, mentre altri erano più favorevoli a una condotta dinamica del combattimento, supportata dalle unità meccanizzate e dalle Forze aeree. L’OT 61 è stata un compromesso tra queste due diverse concezioni.

La minaccia nucleare preoccupava i politici e i militari svizzeri. A partire dal 1946 si cominciò a considerare una possibile dotazione di armi nucleari per l’esercito. Nel 1969 la Svizzera sottoscrisse il Trattato di non proliferazione nucleare che sancì la sua rinuncia a questo tipo di armamento.

Creazione dell’Esercito 61

Con l’OT 61 furono create delle unità militari organizzate in base ai settori d’impiego. La zona di frontiera era protetta da tre divisioni di frontiera insieme a otto brigate di frontiera. Tre divisioni di campagna e tre divisioni meccanizzate erano destinate ai combattimenti sull’Altopiano. Tre divisioni di montagna, ciascuna con tre brigate di frontiera, di fortezza e di ridotto, dovevano difendere le Alpi. Le divisioni di campagna erano adatte ai combattimenti nei settori chiave. I reggimenti corazzati delle Divisioni meccanizzate dovevano condurre i contrattacchi sotto la protezione degli aerei da combattimento. Questa combinazione di protezione e contrattacco venne definita «difesa combinata».

Anche l’equipaggiamento fu migliorato. La fanteria fu dotata ad esempio di armi anticarro. Negli anni '80 furono rafforzate anche le formazioni di contrattacco con il carro armato 87 Leopard 2, mentre la difesa contraerea fu dotata del sistema missilistico di difesa contraerea mobile RAPIER.

La dissoluzione del Patto di Varsavia il 31 marzo 1991 segnò la fine della Guerra fredda e l’inizio della distensione. Il 1° gennaio 1995 l’OT 61 fu sostituita dall’Esercito 95.

Materiali militari per i posteri

Quando vengono messi fuori servizio materiali dell’esercito, entra in gioco l’Ufficio centrale per il materiale storico dell’esercito. Un team di cinque persone cura la conservazione di vecchie uniformi, veicoli, velivoli, documenti, ecc.

Team ZSHAM

L’Ufficio centrale per il materiale storico dell’esercito (UCMSEs) a Ittigen (Canton Berna) è responsabile delle collezioni di materiali dismessi. «Quando viene messo fuori servizio del materiale dell’esercito, trasferiamo normalmente due esemplari alla collezione della Confederazione», spiega il capo dell’UCMSEs Jürg Reusser. «Nel caso di oggetti disponibili in più versioni, come la pistola 49, conserviamo più di due esemplari per documentare la loro evoluzione», aggiunge il responsabile tecnico Adrian Wüthrich.

Migliaia di oggetti in quattro sedi

«Al momento abbiamo inventariato oltre 8000 documenti e 11 000 oggetti», afferma Laurence Köstinger, responsabile dell’amministrazione. La collezione è gestita da tre fondazioni con specializzazioni diverse. La Fondazione HAM si occupa di veicoli a Burgdorf e di armi, equipaggiamento personale e materiale militare generale a Thun. La Fondazione HAMFU a Uster custodisce apparecchi per le trasmissioni, mentre la Fondazione MHMLW a Dübendorf si prende cura di tutto quanto riguarda le forze aeree e le truppe di difesa contraerea. Le quattro collezioni sono visitabili gratuitamente su richiesta.

Oltre a conservare oggetti storici l’UCMSEs cede materiali in eccesso a musei e collezionisti accreditati perché siano quanto più possibile accessibili alla popolazione di tutta la Svizzera.

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